Con Suzuki “ Sulle rotte della speranza ”
24 giorni di navigazione a bordo di un gommone Nuova Jolly Prince 28 Cabin Sport motorizzato con un fuoribordo Suzuki DF250AP per toccare tutti i porti maggiormente interessati dal fenomeno delle migrazioni via mare.
Tutto era iniziato lo scorso 4 giugno, presso il Club del Gommone di Milano, quando il raid era stato presentato. Con questa avventura, denominata “ Sulle rotte della speranza ”, il gommonauta Giovanni Bracco si riprometteva di toccare i porti del Mediterraneo maggiormente interessati dal fenomeno delle migrazioni via mare. Un’iniziativa che ha stimolato tutti i presenti per lo spirito d’avventura che era in grado di esprimere, ma soprattutto per il messaggio espresso dal raider piemontese. Un altro degli obiettivi del raid era anche quello di trovare il famoso Banco Skerki, un rialzo di fondale a -30 cm sul livello del mare situato al centro del Canale di Sicilia.
Suzuki Italia si è prestata volentieri a fornire i suoi motori fuoribordo e il supporto tecnico, sicura che anche il raid “Sulle rotte della speranza” si sarebbe rivelato un’importante fonte di informazioni tecniche e di verifiche dell’affidabilità di uno dei modelli di punta della gamma Suzuki, il DF250AP. I gommonauti hanno infatti raccolto numerosi dati tecnici e hanno potuto verificare l’elevata affidabilità del motore Suzuki, grazie al quale senza sorprese hanno potuto navigare per 2.845 miglia totali alla velocità media di 18,6 nodi.
La cronaca
Dopo la partenza da Genova Pegli, l’11 luglio, Bracco ha fatto rotta sulla Marina di San Vincenzo, in provincia di Livorno, dove ha partecipato a una manifestazione locale che ha permesso agli appassionati di ammirare il Nuova Jolly Prince 28 Cabin Sport e il particolare trattamento del motore realizzato dalla GP Design di Torino, grazie al quale il DF250AP nelle ore notturne diviene luminescente.
Dopo questa sosta, il 14 luglio il raider ha ripreso la sua rotta e si è diretto verso la Sardegna, per poi proseguire verso Marsala, in Sicilia, dove Bracco è stato affiancato da Gianni Iengo per raggiungere insieme il primo obiettivo del raid, il Banco Skerki. Dopo aver individuato e apprezzato dal vivo questo particolare punto del Mediterraneo, la rotta impostata ha portato i raider a Monastir e Sfax, sulla costa meridionale della Tunisia, da dove tante “barche della speranza” hanno lasciato gli ormeggi con il loro carico umano in cerca di una vita migliore.
Proseguendo sulla rotta delle migrazioni il battello si è diretto nei porti di Lampedusa, Malta e Pozzallo, dove ad attendere i raider c’erano il Sindaco e il Presidente della locale Sezione della Lega Navale. L’ultima tappa siciliana del raid è stata a Marina di Ragusa, dove i raider hanno preso parte alla quinta edizione della manifestazione “Vieni a mare con noi” dedicata ai ragazzi down e organizzata dal circolo nautico Cava D’Aliga.
Da Ragusa, Bracco ha ricominciato il suo raid in solitaria e si è diretto verso la Calabria a Roccella Jonica, Crotone e quindi a Corfù, a poche miglia dal confine meridionale albanese, da dove il fenomeno migratorio è stato in passato al centro delle cronache.
L’ultima tappa ufficiale del raid è stato il porto di Shengjin, lungo le coste albanesi, ma il viaggio in realtà non è finito per il raider che da qui, sempre via mare, ha fatto rientro a Genova passando per Otranto, Crotone, Roccella Jonica, Bagnara Calabra, Maratea, Sperlonga e infine Talamone.
Il commento di Giovanni Bracco aiuta a capire le motivazioni che hanno dato vita a questa impresa e i risultati ottenuti: “Con Gianni Iengo abbiamo pensato e portato a termine questo raid per evidenziare la barbarie del traffico umano in Mediterraneo. Ci siamo riusciti grazie alle aziende che hanno creduto nei nostri intenti e anche grazie al risalto che l’impresa ha saputo generare. Un raid come questo è un banco di prova molto importante, abbiamo stressato tutto quello che avevamo a disposizione in modo sicuramente non comune. Il motore Suzuki DF250 ci ha entusiasmato per la capacità di spingere un battello di otto metri semicabinato a velocità medie decisamente elevate e con consumi di assoluto riferimento nella categoria. A tutto questo dobbiamo aggiungere l’affidabilità: abbiamo navigato per 24 giorni senza riscontrare un solo inconveniente, un elemento decisivo per la riuscita del raid, perché navigavamo a medie sostenute per onorare tutti i nostri appuntamenti e un fermo tecnico avrebbe compromesso il programma. Abbiamo riportato anche tanti dati tecnici che Suzuki Marine potrà utilizzare, come per esempio gli straordinari consumi che abbiamo registrato con una media di 27,712 l/h a una velocità media di 18,6 nodi su un battello importante per dimensioni e peso. Ringraziamo tutte le aziende che hanno creduto nella nostra iniziativa e ci hanno supportato per portarla a compimento; sono stati 24 giorni importanti per il messaggio che volevamo trasmettere e l’esserci riusciti senza problemi particolari è stato molto gratificante”.
I numeri del raid
Giorni effettivi di navigazione ......... 24
Ore totali di navigazione ................ 153
Miglia totali ................................ 2.845
Velocità media complessiva .......... 18,6 nodi
Consumo complessivo ............... 4.240 litri
Consumo medio per miglio ......... 1,49 litri
Consumo orario medio .............. 27,71 litri
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