Produzione robotizzata e un’efficiente rete vendita per restare alti nel mercato. Il caso di Cranchi Yachts
Avete presente il Tetris, quel videogioco anni 80 in cui nella schermata scendono a pioggia mattoncini di svariate forme diverse che poi vanno incastrati perfettamente nella struttura alla base del video? Ecco, così è l’assemblaggio di una barca: tanti elementi (paratie, arredi, impianti ecc.) di forme e misure diverse che vanno incastrati perfettamente in misura all’interno dello scafo e poi chiusi dal piano di coperta, a sua volta allestito con altri elementi per far diventare la barca un “pezzo” unico, monolitico.
Un lavoro che, se siete appassionati all’argomento, avrete visto fare molte volte, ora nei video sul web ora in cantiere o magari proprio sulla vostra nuova barca; un lavoro che i cantieri riescono a fare ormai con precisione, ognuno con i propri (e spesso diversi) processi e mezzi produttivi.
Possiamo dunque dire di essere arrivati al punto d’arrivo nel processo evolutivo di costruzione delle barche? No. C’è ancora qualcosa che fa la differenza ed è la robotica; ma lo è anche tutta l’impiantistica di ultima generazione tesa a creare le condizioni ambientali ideali per ciascun reparto produttivo, come per esempio i sistemi per non far muovere la polvere, soprattutto nel reparto di stampaggio, o quelli per mantenere costantemente la temperatura e l’umidità giuste per la catalisi della resina.
Lo abbiamo riscontrato andando a visitare il cantiere Cranchi, che con un investimento di 40 milioni di euro, ha recentemente rivoluzionato la sua struttura produttiva (il Seventy Plant a Rogolo, appena sopra il lago di Como), creando un’immensa area organizzata in un sito non soltanto ultra tecnologico, ma strutturato anche in un susseguirsi di ambienti, l’uno indipendente dall’altro e ognuno dedicato a uno scopo preciso, che formano un percorso produttivo scandito passo dopo passo con procedure lavorative e tempistiche assolutamente da rispettare con la massima precisione.
Un mega impianto di pulizia dell’aria e controllo dell'umidità nel cantiere
Cranchi. Aziona 40 ricambi d'aria all’ora nei reparti di stampa
e resinatura, risucchiando quella interna e immettendone di nuova.
Ogni procedura, sia essa affidata alla mano umana o al robot, è codificata secondo precise metodologie definite in fase progettuale, ma anche sulla base di ciò che avviene nella costruzione del primo modello. Il primo esemplare di ogni nuovo modello, infatti, fa da “apripista” per riscontrare eventuali problematiche produttive e, una volta risolte, si dà il via a una procedura univoca e di altissima precisione per tutte le unità in produzione, che tiene conto perfino dell’assegnazione del numero esatto di viti e bulloni da assegnare a ogni fase produttiva, per avere prova certa che tutti gli elementi siano stati posizionati nella loro sede.
Ogni stazione della
linea produttiva
è fornita del materiale
contato fino all'ultimo
più piccolo elemento
per il montaggio
in quel passaggio,
alla fine del quale
tutti gli scaffali
devono essere
totalmente vuoti
Lo stabilimento produttivo del Seventy Plant si estende su una superficie di 140.000 mq, di cui 30.000 all’interno di un capannone a sua volta diviso in due longitudinalmente in due parti uguali, dove da una parte c’è il “blocco vetroresina”, dall’altra il “blocco montaggi”.
Il blocco vetroresina a sua volta è diviso in diverse aree ognuna dedicata a uno scopo, a partire da quella che tiene al coperto gli stampi. “Gli stampi fanno parte del nostro patrimonio – ci racconta Natale Lucini, direttore tecnico del cantiere – quindi vanno tenuti perfettamente. Lo stampo è come una fotocopia, se l’originale è brutto, la copia sarà ancora più brutta. Qui al Seventy Plant di Rogolo ci sono tutti gli stampi delle barche che produciamo in questo stabilimento, quindi dal Trawler 43 al 60 fly, fino ai nuovi modelli più grandi che debutteranno in futuro (quelle più piccole vengono prodotte nello stabilimento di Piantedo, ndr)”.
Tutto il cantiere è estremamente pulito e nel reparto degli stampi ci sono anche soluzioni
per non far muovere la polvere, che altrimenti potrebbe insinuarsi fra lo stampo e lo scafo.
Uno scafo appena stampato
Nel momento in cui lo scafo viene staccato dallo stampo, viene creata una scheda di autocertificazione che dice chi ha dato la cera, a che ora è stato stampato, quanto pesa, insomma tutta la diagnostica. Questa scheda accompagnerà la barca in tutti gli altri reparti fino al collaudo, ognuno dei quali compilerà la propria parte con tutte le informazioni sull’operato svolto in quel reparto. Questo permette di avere una diagnostica assolutamente precisa di qualsiasi componente della barca, in modo che se dovesse venire fuori qualche problema nel tempo, il cantiere è sempre nella possibilità di andare alla radice di quel problema. Ma ciò permette anche a ogni operatore di migliorare sempre di più e capire pure le problematiche delle fasi successive al suo lavoro, in modo che non crei problemi all’operatore che deve svolgere il proprio compito dopo di lui.
La produzione è organizzata in tre linee, ognuna delle quali prevede tre stazioni di montaggio, collaudo e spedizioni. Il tutto è sincronizzato con lo stabilimento di Piantedo, dove ci sono le stazioni di preparazione di alcuni componenti che poi vengono portati nella linea produttiva, come per esempio la falegnameria. Stessa cosa per i componenti prodotti a Rogolo, come i cavi elettrici che vengono tagliati a misura precisa e con l’indicazione della loro destinazione d’uso, vanno assegnati alle linee produttive di Piantedo dove vengono assemblate le barche da 40 piedi in giù.
Una speciale macchina taglia i cavi elettrici in misura precisa in base alla loro destinazione
d'uso, che a sua volta viene stampigliata sul cavo stesso, in modo che anche in caso
di assistenza futura, gli elettricisti possano capire immediatamente di quale cavo si tratta.
Percorrere tutto il circuito che passa attraverso le varie fasi produttive di questo stabilimento di Cranchi è un’esperienza che mette in luce uno studio molto approfondito su ogni piccolo dettaglio relativo a tutte le fasi di costruzione delle barche. Da una parte c’è l’intenzione umana di raggiungere, se non la perfezione, quantomeno la più alta qualità possibile, dall’altra c’è una tecnologia, si può dire impressionante, deputata non solo all’automatizzazione del processo produttivo, ma anche ad ampliare le possibilità di sviluppo delle barche, come il robot per la spruzzatura delle vernici, che permette di colorare le barche di qualsiasi tinta, sia essa pastello o metallizzata, che il cliente scelga, e a perfezionare l’esecuzione dell’opera come solo le macchine possono fare, basti pensare alla fresa robotizzata che, riconoscendo autonomamente la morfologia delle varie stampate, pratica tutte le forature necessarie con precisione millimetrica.
Agli armatori basta solo la qualità?
Insomma, costruire barche è ancora un lavoro artigianale, ma che richiede sempre più il supporto della tecnologia più evoluta. Ma, a ben guardare, per poter acquisire la fiducia del mercato non è sufficiente avere prodotti di altissima qualità, fossero anche i migliori prodotti in assoluto sul mercato, se questi non sono supportati da una rete commerciale in grado di garantire professionalità nei servizi di vendita e, ancor più, in quelli relativi all’assistenza post-vendita.
Dopo aver visitato la struttura produttiva ci siamo allora interessati anche alla struttura commerciale e abbiamo coinvolto Paola Cranchi, sales & marketing manager del cantiere, alla quale abbiamo posto alcune domande per capire su quali basi poggia la rete vendita Cranchi e che interazione c'è fra venditori e prodotti.
Quali caratteristiche fondamentali deve avere un dealer per essere concessionario Cranchi?
Innanzitutto deve essere una persona seria e professionalmente preparata. Deve avere delle strutture: capannone, ufficio, posti barca in acqua. Nel suo team di lavoro ci deve essere un tecnico, che deve venire in cantiere da noi per conoscere la realtà Cranchi e poi deve fare un corso in linea di montaggio per conoscere le imbarcazioni e come vengono realizzate. Questo è fondamentale per la nostra collaborazione. Niente teoria da noi, ma tanta pratica a fianco delle nostre forze lavoro.
Di conseguenza, quali sono i plus dell’intera rete vendita di Cranchi?
Se si trattasse solo di vendere, sono capaci tutti di commercializzare un buon prodotto, ma i nostri concessionari devono essere in grado non solo di vendere, ma di assistere, intervenire con tempestività sui bisogni dei clienti e su qualsiasi eventuale anomalia. La nostra filosofia è dunque di essere sempre a fianco dei nostri clienti, poiché non esistono prodotti perfetti, ma esiste una rete di vendita capillare ed efficiente in grado di garantire verifiche e interventi nel più breve tempo. I nostri tecnici sono gli occhi per capire qual è il problema, soprattutto là dove è richiesto l’intervento da parte di un nostro fornitore. Non dimentichiamo che l’imbarcazione è fatta dall’assemblaggio di una moltitudine di elementi di fabbricazione diversa e l’abilità sta nel far intervenire in tempi brevi tutti i nostri fornitori e al tempo stesso fornire ai clienti informazioni chiare e precise sulle imbarcazioni. Un altro punto di forza è il nostro Marine Test Centre a San Giorgio di Nogaro (Ud), che è sempre aperto, 7 giorni su 7, e dove si può provare l’imbarcazione di proprio interesse senza costi né per il cliente né per il concessionario.
Uno scorcio del Marine Test Centre di Cranchi a San Giorgio a Nogaro (Ud)
In quale modo trasferite ai vostri dealer le caratteristiche di una nuova barca per farli entrare in simbiosi con i prodotti?
Facciamo le presentazione del prodotto presso i nostri stabilimenti produttivi o presso il nostro Marine Test Centre. Illustriamo in modo chiaro le caratteristiche del modello appena realizzato, raccontiamo perché l’abbiamo creato e come l’abbiamo realizzato (come nel caso della nuova linea Evoluzione). Descriviamo tecnicamente il modello, in ciò che si vede e in ciò che non si vede e poi passiamo alle fasi di test in mare.
Con quanta frequenza il cantiere fa formazione o aggiornamento ai dealer?
La formazione è fortemente raccomandata a tutti i dealer. Ogni anno possono venire in cantiere e vedere il processo di avanzamento dei nuovi modelli. Spingiamo molto su questo aspetto. Sceglie il dealer quando venire in cantiere a fare il suo corso personalizzato in linea di montaggio, dove opera direttamente con le nostre forze lavoro, e a ogni corso di aggiornamento tecnico fatto si dà un piccola stella di merito.
Quanto incide per voi il parere dei concessionari nello sviluppo di nuove barche o nel perfezionamento di quelle già in gamma?
Nei nostri dealer meeting o comunque ogni anno pretendiamo delle relazioni sulle nostre barche. Cose piaciute, quelle piaciute un po’ meno e un elenco di anomalie presentate e risolte. Sulla base di queste relazioni, che sono quasi sempre in tempo reale (abbiamo una rete di comunicazione fra tutti i concessionari in ogni momento dell’anno), indaghiamo in produzione, parliamo all’interno del Centro Studi e continuiamo nella fase di perfezionamento del prodotto. Siamo anche molto attenti a quello che proponiamo e al gradimento del nostro pubblico, per non sbagliare i modelli che sono allo studio. C’è da dire che quando sei del mestiere riesci a vedere in anticipo i gusti delle persone e riesci ad anticiparli.
Il Cranchi E52 F Evoluzione, novità 2017
Con quali strumenti i dealer riescono a far percepire i valori di Cranchi e dei suoi prodotti nei rispettivi territori?
Con le visite ai nostri Cantieri o con la prova in mare al Marine Test Centre e mostrando le imbarcazioni di altri clienti felici presso la loro sede.
Al contrario, quali difficoltà incontrano nel promuovere la nautica in generale e il marchio Cranchi?
I dealer non hanno problemi a promuovere il marchio. Cranchi si è costruita un immagine grazie all’altissima qualità delle imbarcazioni che magari hanno 40 anni e ancora navigano mostrando orgogliose i segni del tempo, ma senza problemi. Questa è la migliore promozione che una cantiere storico come il nostro possa desiderare.
Per quanto riguarda la nautica in generale non la possiamo promuovere noi, che siamo uno degli ultimi anelli della catena. La nautica deve essere inculcata fin da piccoli. Ci vogliano azioni governative mirate per far sì che i bimbi vadano per mare. Il nostro territorio e il nostro clima predispongono a questo, ma la mentalità del nostro Paese no. La nautica dovrebbe essere più accessibile, più semplice, come in quei paesi dove andar per mare è difficile per il freddo, ma così semplice poiché non comporta tutta la burocrazia e le leggi che abbiamo noi. L’informazione potrebbe essere fatta dalla Guardia Costiera. Informazioni base su sicurezza e andare per mare, così come fa la Polizia Stradale nelle scuole elementari e poi facilitare il tutto, senza legare sempre la nautica agli evasori e tantissime altre cose. Chiunque deve poter appassionarsi al mare. Chiunque deve poter possedere una barca piccola senza per questo scatenare la tributaria. Rinuncio a tanto altro, ma possiedo una barca poiché se vivo al mare l’unico modo per viverlo intensamente è navigare. Bisogna lavorare, e tanto, alla base, sulla nostra mentalità sbagliata dell’andar per mare. Essere semplici è alla base del cambiamento se si vuole avvicinare la gente alla nautica. Per mare ci devono andare tutti.
Il Cranchi M44 HT
C’è forte interazione fra il cantiere e la rete commerciale per supportare le vendite?
Assolutamente si, soprattutto lo è stato in questi anni di crisi e questi primi anni di post crisi, anche se non siamo ancora in una situazione di mercato normale. La collaborazione serve per non perdere la forza di concretizzare la vendita. L’utente oggi ha tantissimi mezzi a disposizione per verificare qualsiasi cosa e la nostra rete di vendita può approcciarlo solo con un’informazione corretta ed efficace.
Cranchi è uno dei rari, o forse l’unico cantiere in Italia, a disporre di un centro prove con la gamma disponibile per i test con i clienti. Quanto la rete sfrutta questa opportunità e quanto la agevola nelle vendite?
La rete di vendita utilizza sempre questa opportunità anche perché siamo i soli ad offrirla ai clienti. Le prove di altri competitor vengono fatte in differenti porti e su barche usate di clienti. Avere un modello di tutta la nostra gamma nuova e sempre pronto per una prova e senza costi per i clienti o per i dealer è un punto a nostro favore. Avere una struttura simile è un costo che però rende un servizio enorme per la nostra clientela.
Che tipo di servizio danno i dealer a chi dovesse avere problemi con la barca, soprattutto nel pronto intervento qualora i problemi si presentassero in vacanza.
Tutte le concessionarie sono strutturate per intervenire con tempestività durante le vacanze dei nostri clienti. Il servizio è di verifica e in concerto che noi e i vari fornitori, sempre coordinati dal nostro Customer Care, si dispongono interventi per poter in tempi brevissimi, soprattutto durante le vacanze.
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Marina di Varazze (Sv)
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