Solemar, l'evoluzione che ha segnato il ritorno di un brand storico
Pochi costruttori di gommoni possono contare su una solida fama e una clientela affezionata come Solemar. Quindi sono in molti a salutare con entusiasmo il ritorno di questo brand, non solo alla produzione, ma anche al suo completo rilancio con nuovi modelli. Il tutto per iniziativa di tre appassionati e solidi imprenditori bergamaschi e la competenza del nuovo direttore Francesco Ribolini.
Nembro e Albino, nella bergamasca Val Seriana a pochi chilometri dal capoluogo, sono balzati agli onori della cronaca per la tragedia del Covid che qui ha colpito molto duramente, ma in realtà meritano attenzione per molto altro.
Per esempio, proprio a pochi passi dalla sede della nuova Solemar, sorge la Persico dove, oltre a tanti particolari in carbonio per le barche di molti team di F1, si è prodotto anche lo scafo di Luna Rossa.
Tutto questo per ricordare che quella bergamasca è un'imprenditorialità tanto solida e attenta alle innovazioni quanto lontana dai riflettori.
Non fanno eccezione i tre appassionati investitori che hanno fortemente voluto rilanciare Solemar: tutti sono impegnati in diversi ambiti, dall’immobiliare all’edile alle energie rinnovabili, ma hanno voluto dare sfogo alla loro passione, e anche al loro business, rilevando un cantiere che ha avuto un ruolo di spicco nello scrivere, tra i rib, la storia della nautica italiana.
Per farlo hanno scelto a capo della nuova impresa un giovane (32 anni) ingegnere navale spezzino, figlio d’arte, con un padre da sempre impiegato nel cantiere Benetti, dove lo stesso Francesco Ribolini ha mosso i primi passi dopo la laurea e un master in progettazione navale.
A quell’esperienza è seguita la Tecnomar, dove si è occupato soprattutto di costruzioni di alluminio, mentre per approfondire le sue competenze nella lavorazione della vetroresina sono stati fondamentali i successivi cinque anni presso il cantiere Sessa. Il tutto prima di assumere, ormai da oltre un anno, l’impegnativo ruolo di direttore tecnico dalla nuova Solemar.
Solemar, una lunga storia che ha ripreso smalto con una nuova imprenditorialità
Troviamo Francesco Ribolini nei raffinati uffici Solemar di Nembro e lasciamo che sia lui a raccontare gli anni più recenti della rinata azienda: “La nuova Solemar ha ripreso la sua storia a fine del 2023, dopo che con una lunga trattativa durata quasi due anni la nuova compagine societaria ne ha raggiunto il controllo. Da quel momento è iniziata la ristrutturazione, puntando su ciò che di consolidato - ed era molto - ci arrivava dalla precedente gestione tecnica. Al contempo eravamo consci che dovevamo dare un segnale di stacco dal passato e subito la nostra attenzione si è concentrata sui tre modelli della gamma SX, fondamentalmente degli open, dove siamo intervenuti con una rivisitazione del design della coperta, con una particolare attenzione alle finiture e agli accessori, così da dare subito l’immagine del cambio di passo. L’obiettivo è collocarci nella fascia alta del mercato, fin da questi modelli di un segmento che potremmo definire medio”.
Brevemente, i tre modelli della gamma SX partono dal SX27 di 8,50 metri, il classico open che però a un’attenta osservazione delinea già quelle che sono le caratteristiche salienti della nuova produzione: qualità dei materiali, attenta lavorazione, un design moderno e funzionale, accessori di pregio.
La gamma SX sale poi con l’SX30 di 9,23 metri e si completa con l’SX34 di quasi 11 metri. Tutti sono rigorosamente fuoribordo, perché il cantiere ha avviato una collaborazione con Mercury, anche se poi rimane libera per gli armatori la decisione finale sulla motorizzazione da adottare.
Leggi anche: Solemar SX30, un gommone di 9 metri molto particolare per stile e progettualità
La nuova gamma dei cabinati "SE"
“Con questi tre gommoni open della serie SX abbiamo partecipato nel 2022 ad alcuni saloni italiani, in primis Genova, con ottimi riscontri - prosegue Francesco Ribolini -, ritrovando tanti appassionati di questo brand che hanno salutato con entusiasmo il suo ritorno sul mercato. La stessa cosa è scuccessa lo scorso anno, che però è stato caratterizzato anche dal debutto della gamma di cabinati, da sempre un tratto distintivo di Solemar, che è stata antesignana nel proporre questa tipologia di gommoni, agli albori per il campeggio nautico e poi con soluzioni più raffinate per le crociere. La serie SE, dove la E sta per elegance, è di fatto la nuova gamma del cantiere e l’emblema del suo nuovo corso: il primo modello è stato l’SE33, presentato ai saloni di Venezia e Genova, a cui seguirà quest’anno l’SE42, la nostra ammiraglia, declinata anche in versione entrobordo che prevediamo di far debuttare al prossimo Cannes Yachting Festival”.
Leggi anche: Solemar SE33, la buona progettazione al servizio della crociera comoda e del bel look
La nuova struttura di Solemar
Naturale chiedere come è strutturata la nuova Solemar, ed ecco la risposta: “La produzione della vetroresina e l’assemblaggio dei tubolari sono sempre eseguiti presso il cantiere estero già in precedenza fornitore - spiega Francesco Ribolini -. A questo proposito è importante ricordare che nell’intervento di restyling siamo intervenuti solo sulla coperta e dotazioni di bordo, ma le carene e la struttura degli scafi restano quelli dei precedenti modelli, non era infatti il caso di andare a modificare quelli che sono sempre stati dei plus dei Solemar, come ampiamente riconosciuto da addetti ai lavori e diportisti. La finitura, cioè l’impiantistica e il montaggio di tutti gli accessori e, nel caso dei cabinati, anche degli interni di falegnameria, sono tutti curati nel cantiere che è stato allestito ad Albino, proprio in prossimità del nostro nuovo showroom”.
Capacità e solidità economica, sono queste le solide basi da cui la nuova Solemar vuole ripartire per continuare a scrivere la sua storia. Non è certo l’entusiasmo che manca, lo si percepisce non solo dalla determinazione di Francesco Ribolini, ma da tutto l’entourage che lo attornia. Basta poi dare un’occhiata anche distratta ai modelli nello showroom, per capire che tutto quanto enunciato da Ribolini ha già trovato la sua finalizzazione. Immaginare una nuova narrazione di successo della nautica italiana non ècertamente azzardato.