Prede d’inverno? Niente di meglio di una bella “Seppiata in compagnia”
Quando le acque, e non solo quelle, sono fredde, è il momento di andare a insidiare prede molto attive in questo periodo come le seppie. La cronaca della “Seppiata in compagnia” del Fishing Club Anzio.
La pesca non conosce limiti o meglio, è difficile che un pescatore in determinati periodi dell’anno venga frenato dal freddo rigido dell’inverno e che rinunci alla sua passione e a una bella “Seppiata in compagnia”. Infatti, una delle prede più frequentemente ricercate durante il periodo invernale sono le seppie, un “mollusco-cefalopode”, dotato di tentacoli come un polipo o un calamaro, ma molto meno estesi. Sostanzialmente presenta otto braccia discretamente corte, e altre due più lunghe, queste ultime dotate di ventose a loro volta munite di piccoli dentini, che usa principalmente in fase di difesa o nel periodo dell’accoppiamento. Il suo corpo è contraddistinto dalla presenza interna del cosiddetto “osso di seppia”, su cui poggia tutta la struttura molle, che comprende anche il sacco d’inchiostro usato per coprirsi la fuga quando si sente in pericolo.
Completano la descrizione gli occhi piuttosto grandi, una sorta di “gonna” esterna che muove in modo elegante durante il nuoto e una grande capacità di mimetismo, che le consente spesso di scampare ai suoi aguzzini marini (grandi predatori e delfini), ma nel contempo di rendersi meno visibile alle sue prede quando è in caccia. Nella sua “dieta” rientrano granchi, piccoli pesci, gamberetti, vermi e piccoli molluschi. Le sue dimensioni non superano mai i 20/30 cm e il suo habitat varia da profondità di pochi metri sino ai 150 metri, a seconda della stagione, anche se le profondità ideali d’inverno sono comprese tra i 15 e i 2/3 metri. Pur essendo pescabili quasi tutto l’anno, l’inverno è per le seppie uno dei periodi di maggiore attività, proprio quando fa più freddo, ed è appunto questo il periodo in cui si hanno maggiori possibilità di catturarle. Una pesca divertente e rilassante che, nella giornata giusta, frutta parecchio ed è ideale anche per il neofita, bimbi compresi.
La cronaca della “Seppiata in compagnia” del Fishing Club Anzio
Ho partecipato alla “Seppiata in compagnia” del Fishing Club Anzio, una gara con tanti premi, anche importanti, che si è svolta nel più totale spirito di amicizia, tipico di questa associazione, ed ecco com’è andata! Il ritrovo è nel porto a Nettuno alle ore 6,30 del mattino in pieno inverno: un periodo e un’ora che sinceramente non invogliano ad abbandonare i tepori di casa. Basta però ritrovarsi in mare, ognuno sulla propria barca per ritrovare entusiasmo e voglia di confrontarsi sportivamente. Dopo il via, ognuna delle 16 barche in gara (con almeno quattro persone a bordo) prende direzioni diverse, pur restando sotto costa. La seppia è una preda che staziona in questi periodi su fondali non eccessivamente profondi e sabbiosi e con questo freddo (la temperatura esterna è di 4°C) la si trova facilmente anche a 4-5 metri di fondale.
Le condizioni ideali per una battuta di pesca alle seppie sono: lieve vento che porta a scarrocciare, acque limpide e mare calmo. Le esche impiegate sono di diversa tipologia e foggia, molte sono artificiali e riproducono gamberetti, una delle prede preferite dalle seppie, in diverse colorazioni, più o meno visibili sul fondale. Si va per tentativi, non c’è un’esca giusta e un colore universale, anche se esistono varie filosofie in merito. Una di queste dice che le seppie con poca luce esterna siano maggiormente attratte dai colori scuri, mentre man mano che sale il sole prediligano le colorazioni chiare. Le canne sono leggere, differenti da quelle usate per il drifting al tonno per intenderci. Devono essere sensibili alle toccate e pertanto con cimini morbidi e avere lunghezze intorno ai due metri. In alternativa si usa il classico pezzo di sughero con avvolto il filo, che può essere da 0,60 mm con terminale di diametro inferiore, mentre imbobinato sul mulinello si può usare anche un filo da 0,15/0,12 mm. Il tutto deve essere corredato di piombi di diversa grammatura (20, 30, 50 fino a 80 gr), per far scendere sul fondo l’esca, e di girelle per consentire un movimento più consono all’esca.
Si cambia spesso way point alla ricerca di quello giusto, a volte si fa la “passata” non ancorandosi ma lasciando che la barca, e di conseguenza lenza ed esca, seguano i movimenti naturali della corrente. Se dopo un po’ non si pesca nulla si cambia. L’azione di pesca si svolge facendo muovere l’esca, su e giù o recuperando più o meno velocemente con il mulinello, questo attirerà la seppia. Durante la “Seppiata in compagnia” le seppie vengono recuperate con una certa frequenza dai vari equipaggi, le dimensioni variano e le più piccole vengono sportivamente rigettate in mare. Alcune possono essere issate a bordo ancora attaccate all’esca senza far uso del guadino, altre invece è preferibile metterle nella rete onde evitare di perderle. Oltretutto è bene maneggiarle con cura al fine di evitare che la seppia cominci a schizzare inchiostro ovunque. A fine gara le seppie portate in pesa sono veramente tante, più di 100 esemplari per oltre 35 Kg di peso complessivo. La sera sono preparate e consumate dai partecipanti presso il ristorante La Fraschetta del Mare di Anzio, dove si svolge anche la premiazione. La classifica finale della “Seppiata in compagnia” vede al primo posto l’equipaggio Tuna Target con 6.892 punti, seguito da Uga la Tartaruga con 6.438 punti e da Verde Pesca con 5.908 punti. Oltre ai premi messi in palio da diversi sponsor, tra cui Garmin, anche un’ottima cena con il pescato ma, soprattutto, il bel ricordo della “Seppiata in compagnia”.
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