Evo WA e l’arte del trasformismo, il nostro test
Evo WA, cioè walk around, la soluzione ideale per questa barca che esalta ancora di più la disponibilità di spazi aperti rispetto all'Evo 43, che di superficie fruibile in coperta ne ha già di suo in abbondanza.
Sulla unicità degli Evo non ci sono dubbi. Semmai poteva lasciare perplessi la presentazione di Evo WA, che si affianca alla prima versione tutta pontata nella parte prodiera, perché la disponibilità di spazi aperti era già più che generosa. Questo è almeno quello che pensavo prima di salire a bordo a Cannes, durante lo Yachting Festival, per provare in anteprima il nuovo modello. Mi sono subito dovuto ricredere e adesso vi spiego perché.
Evo 43 WA, il test
Nella frenesia delle fiere non c’è neppure il tempo di salire a bordo che subito si staccano gli ormeggi. Il meteo non è di quelli che ti fa apprezzare i grandi spazi aperti, ma semmai il t-top di carbonio, abbastanza protettivo nel caso si mettesse anche a piovere. In realtà non è stato concepito per questo e sarà certamente più utile nelle giornate soleggiate, per il momento mi limito ad ammirarne il piacevole design e la notevole fattura, con ampio impiego di fibra di carbonio.
A bordo siamo in 10 persone, non un assetto ottimale per un test, ma più assimilabile a un uso normale. C’è pure il pieno d’acqua (400 litri) e questo, unito alle condizioni del mare non proprio tranquillo, potrebbe spiegare perché la velocità di punta si ferma a 34 nodi contro i 38 dichiarati (di solito nei test i serbatoi sono a metà). Il trim è automatico e quindi faccio un atto di fede sull’ottimizzazione dell’assetto, ma al tempo stesso noto che in avvio la cabrata è piuttosto accentuata e in navigazione il passaggio sull’onda denuncia una carena che preferisce acque più tranquille rispetto al mare agitato che incontro fuori Cannes (ulteriormente peggiorato dalle tante scie delle altre barche in prova). Alla luce di queste considerazione, e considerando la limitata incidenza sul prezzo finale, ritengo le Volvo Penta IPS600 preferibili alle IPS500 proposte in alternativa. In planata la scia è decisamente pronunciata e infatti il rallentamento è gestito dal comandante che non lascia le manette a nessuno: la sensazione è che con un arresto brusco la zona poppiera del pozzetto sarebbe allagata, anche perché è in perfetta linea con la plancetta che già in navigazione è piuttosto bagnata.
Evo WA, a bordo
Ma Evo WA il meglio di sé lo esprime una volta raggiunta la caletta ridossata e alla fonda. Straordinarie le soluzioni che offre la plancetta poppiera idraulica che può essere sommersa con una vera scala per la discesa, oppure sollevata come trampolino e sempre con la scala per accedervi. Che dire poi delle due chaise longue ai lati del tavolino: il tutto può sparire e “nascere” dal piano del pozzetto per creare un living a filo dell’acqua; in alternativa si può optare per tre chaise longue. Poi le due fiancate si allargano, il tratto distintivo degli Evo, con i cuscini componibili a completamento per creare una terrazza sul mare che non ha eguali. Proseguendo verso prua, sotto il t-top, il mobile cucina è a sinistra, completamente nascosto da un lungo cuscino, mentre a dritta una ghiacciaia si trova sotto la seduta del driver.
Molto bella la plancia, lineare come poche nel disegno, peccato che il montaggio della manetta delle Volvo Penta Ips così inclinata non lasci vedere i tasti di comando e qualche problema nella selezione lo crea. Inutile poi cercare di appoggiare qualsiasi oggetto, la superficie liscia e curva lo scaricherebbe subito sul pagliolo. Proseguo verso prua attraverso i due comodi e protetti passavanti per arrivare al solarium prodiero, comunque generoso nelle dimensioni anche se lascia spazio al passaggio, mentre a prua estrema c’è spazio per un grande gavone sotto il piano di teak per il verricello e i parabordi.
Se si pensa che sottocoperta la versione Evo WA abbia ridimensionato l’abitabilità ci si sbaglia di grosso. Una cuccetta trova posto dietro la scala sotto il pozzetto, mentre a prua la cuccetta prodiera si trasforma in dinette in un attimo. A completare il tutto, un ampio bagno e una cura nel design e nella lavorazione dei materiali di livello assoluto.
I numeri di Evo WA
- Lunghezza ft …………………… m 13,04
- Lunghezza scafo ……………… m 11,35
- Larghezza ……………………… m 4,52
- Larghezza aperto ……………… m 6,31
- Immersione …………………… m 1,10
- Dislocamento a vuoto ………… kg 11.500
- Motorizzazione ……………… Volvo Penta IPS600 2x435 cv
- Serbatoio carburante ………… l 1.000
- Serbatoio acqua ……………… l 400
- Cabine ………………………… 2
- Posti letto ……………………… 4
- Portata persone ……………… 12
- Omologazione CE …………… A
Prestazioni
- 1000 giri ………… 6,5 nodi ………… 7,7 l/h ……… 66 db
- 1500 giri ………… 8,5 nodi ………… 21 l/h ………… 66 db
- 2000 giri ………… 11 nodi ………… 60 l/h ………… 73 db
- 2500 giri ………… 17 nodi ………… 84 l/h ………… 75 db
- 3000 giri ………… 27 nodi ………… 122 l/h ………… 80 db
- 3500 giri ………… 34 nodi ………… 168 l/h ………… 83 db
Condizioni della prova
- Mare leggermente mosso, carena pulita, carburante 360 l, acqua 350 l, equipaggio 10 persone
Prezzo (Iva esclusa)
- Volvo Penta IPS500 2x370 cv ………………… 517.000 euro
- Volvo Penta IPS600 2x435 cv ………………… 532.000 euro
Evo WA, nuovi colori e l’esclusivo t-top full carbon
Il pozzetto che si “apre” sul mare resta il filo conduttore di tutti gli sviluppo progettuali, così a due anni dall’esordio del primo Evo 43’, che continua a riscuotere consensi in Europa e America, il cantiere si prepara a svelare il nuovo yacht della collezione che porta avanti quella che viene definita “Opening rEVOlution”: Evo WA.
muoversi agevolmente
tra l’area di poppa
e l’estrema prua della barca
Come detto, Evo WA condivide con il precedente Evo 43’ lo stesso concept minimalista di design caratterizzato dalle sponde laterali a poppa “XTension”. Il design degli interni e degli esterni sono stati curati da Valerio Rivellini dell’omonimo studio, mentre la costruzione è della Blu Emme Yachts. Ma la novità più caratterizzante di questo secondo 13 metri è rappresentata dalla possibilità di muoversi agevolmente tra l’area di poppa e l’estrema prua della barca, camminando intorno alla consolle di guida, da qui la sigla walk around. Tutte le operazioni a bordo saranno facilitate dalla domotica di ultima generazione che permette di governare l’imbarcazione con un iPad gestendo tutti i parametri per la navigazione e le diverse funzioni di base dello yacht. Nella progettazione di Evo WA non è comunque venuta meno l’attenzione alle performance: le motorizzazioni Volvo Penta IPS 600 da 2x435 cv unite alla carena a V profonda con deadrise di 18° permettono all’imbarcazione di toccare la velocità massima di 38 nodi e una velocità di crociera di 30 nodi.
Ad accompagnare il nuovo modello ci sarà un Evo 43’ nell’inedita colorazione Light Grey corredato da un nuovo e originale tendalino e poi una seconda première e cioè l’Evo 43’ Enchanted Blue in versione HT, ovvero con T-top full carbon come vuole la moda e non sempre a ragione (vedi l’approfondimento che abbiamo dedicato proprio all’uso del carbonio in barca).