Addio a Paolo Vitelli, fondatore di Azimut Benetti e precursore della nautica moderna
"Torinese dell'anno", imprenditore, Cavaliere del Lavoro, innovatore fin dalla più giovane età, quando a soli 22, nel 1969, fonda la Azimut Srl, Paolo Vitelli è morto il 31 dicembre 2024 a 77 anni per un incidente domestico accaduto nella sua casa ad Ayas, in Val d'Aosta.
Per una scivolata sul ghiaccio, che gli ha fatto sbattere la testa sul cemento, è morto Paolo Vitelli. Tutto è successo in un lampo nel pomeriggio dell'ultimo giorno del 2024 davanti alla porta del garage nella sua casa in montagna, ad Ayas, nella frazione Champoluc, in provincia di Aosta.
Se ne va uno dei più grandi imprenditori e innovatori della nautica moderna. Un visionario già da studente universitario di Economia, quando nel 1969, a soli 22 anni, fonda la Azimut Srl per il noleggio e la compravendita di barche usate a vela, per trasformarla dopo soli cinque anni in un cantiere produttore di imbarcazioni a motore, che fu inaugurato con il lancio del primo modello flybridge di 13 metri, l'AZ 43 Bali.
Da lì una grande ascesa non solo per la gamma di imbarcazioni che hanno riempito i mari di tutto il mondo, ma anche per l'uomo imprenditore, che nel giro di soli sei anni, nel 1975 ha trasformato la sua piccola azienda in un'industria con una produzione che oggi parte da barche di 13 metri per arrivare fino ai gigayacht di 100 metri, con in mezzo di tutto: barche open, fly, navette, long range, superyacht, megayacht e gigayacht.
Il tutto con l'innovazione nel sangue: a Paolo Vitelli si deve l'innovazione dei grandi oblò a murata che oggi sono imprescindibili perfino sui piccoli natanti, ma che furono presentati - non senza un certo scetticismo iniziale da una parte di pubblico - per la prima volta nel 2005 sull'Azimut 62S, il primo modello dell'allora debuttante gamma di hardtop. Fra l'altro, anche in questo caso, Vitelli fu uno dei primi a intuire il boom delle barche open hardtop che sarebbe letteralmente esploso di lì a poco e, dunque, a diversificare la sua produzione, che fino a quel momento, nell'ambito del brand Azimut Yachs, era solo di barche flybridge.
E non è tutto. L'anno prima, proprio su un Azimut, in particolare il Leonardo 98, si è visto "l'embrione" di quello che oggi tutti conosciamo come lo "sport top" (o altre varianti di terminologia simile), ovvero lo sviluppo di una zona sfruttabile come un flybridge sulla superficie superiore dell'hardtop, e sempre sul Leonardo 98, si è scoperto il concetto di connessione fra pozzetto e salone in un unico ambiente per mezzo di una porta totalmente a scomparsa; e ancora, Vitelli ha intuito come il ponte di prua potesse essere sfruttato non semplicemente con la classica superficie prendisole, ma anche come un living vero e proprio, articolato con divani, tavoli e sedie, come in pozzetto.
Divertente fu la storia raccontata dallo stesso Vitelli in conferenza stampa a Cannes, quando disse che il concept del Leonardo 98 nacque davanti a una bistecca al ristorante con Stefano Righini (il suo designer dell'epoca che si occupava della creatività degli esterni), il quale cominciò subito a disegnarlo su un tovagliolo in base ai primi imput dell'imprenditore torinese.
Arrivano poi gli anni della grande crisi economica mondiale, ma anche qui Paolo Vitelli ha mostrato la sua lungimiranza, perché negli anni prima, ma anche nel pieno della crisi stessa, aveva diversificato la sua attività estendendola alla portualità, con la creazione del Marina di Varazze, all'assistenza e alla manutenzione delle barche mercantili, con l'acquisizione del cantiere Olando a Livorno che poi diventa pure sito produttivo, e tante tante altre attività, anche extra nautiche, che hanno fatto sì che il black out nella vendita delle imbarcazioni di quel periodo, fosse compensato dalle altre sfere di business, che pur nei periodi neri, hanno garantito continuità, e pure crescita, al gruppo Azimut|Benetti, quando moltissimi altri cantieri chiudevano o vendevano ai fondi.
E proprio poco prima di andare via, Paolo Vitelli ha lasciato le sue ultime impronte visionarie, questa volta con il supporto della figlia Giovanna che già da qualche anno ha preso in mano il timone del gruppo aziendale con i suoi 2.200 dipendenti, che si sono espresse nell'Oasis Deck di Benetti (clicca qui per vederla) e nella Fun Island della serie Azimut Seadeck (clicca qui per vederla), le più recenti novità presentate dal gruppo.
Se ne va l'uomo, ma non il suo progresso e ciò che ha lasciato, e di cui oggi molta parte della nautica da diporto ancora ne beneficia. Se c'è un insegnamento che si può trarre alla fine del percorso imprenditoriale di Paolo Vitelli è che se si mantiene la lucidità e la giusta mentalità, si può essere sempre timoniere e comandante della propria azienda, anche quando questa diventa talmente grande da rendere veramente difficile la guida da parte di un solo uomo.