Un altro scossone: dieci aziende escono da Ucina Confindustria Nautica
Alla vigilia dell’elezione del nuovo presidente di Ucina Confindustria Nautica, prevista per venerdì, dieci aziende, fra cui Ferretti Group che aveva un esponente candidato alla presidenza, escono dall’associazione e sono: Apreamare, Arcadia Yachts, Azimut-Benetti, Baia, CRN, Ferretti Group, Maltese, Marina di Varazze, Mase Generators, Salpa.
Poco dopo la diffusione della nota, Lamberto Tacoli, manager di Ferretti, ha ritirato la sua candidatura a Presidente.
L'immagine che ne esce è di un'industria nautica sempre più disgregata, che agisce d'impulso in modo quasi autolesionista, che non si capisce bene se è voluto o involontario, lo può sapere solo chi vive in modo diretto le dinamiche interne. Fatto sta che prima i Saggi registrano quattro candidature alla presidenza, poi tutti si ritirano; successivamente ne arrivano altre due, ma solo una arriva (passatemi il termine) "strascicando" al momento dell'elezione. Risultato: il presidente viene eletto, perché è l'unico candidato rimasto! Ma a questa stregua, in una comunità dove basta che alcuni siano contrariati (a torto o a ragione, non è questo il punto) che subito si stravolge il già precario equilibrio dell'associazione, dove le prese di posizione dei singoli sembrano non voler tenere conto delle ripercussioni che poi portano all'intero comparto, il presidente che sarà eletto domani, quanto potrà durare? E con quale autorevolezza, l'industria nautica si presenta negli ambienti legislativi?
L’Ucina dal canto suo risponde coesa alle dimissioni, facendo sapere in un comunicato che “prende atto con estremo dispiacere della decisione odierna di alcune imprese di uscire dall’Associazione: il gesto, che vorrebbe essere clamoroso, sorprende nelle motivazioni. In questo momento in cui in tutta Italia e nel mondo le aziende fanno sistema, questo è un gesto di particolare gravità”.
L’uscita dei gruppi Azimut-Benetti e Ferretti può non sorprendere e forse era già nell’aria da inizio febbraio quando diffusero un comunicato congiunto, in cui, insieme a Gavio (proprietario del marchio Baglietto) già uscito da tempo dall’Ucina, indicavano le loro possibili soluzioni per ridare forza e compattezza all’Ucina (leggi qui). Una presa di posizione probabilmente non raccolta dall’associazione, al punto che le aziende in questione non si sono sentite più rappresentate.
Ma, stando a quanto si legge nel comunicato di Ucina, l’elemento scatenante è stata la preferenza dei soci a favore dell’assegnazione della carica di presidente a Carla Demaria (Gruppo Beneteau) anziché a Lamberto Tacoli (Gruppo Ferretti).
Ecco cosa scrive Ucina: “La scelta è stata azionata nel momento in cui le imprese recedute si sono rese conto che il loro candidato non avrebbe raccolto i consensi necessari: ma questo comportamento non pare certo attento e rispettoso delle regole di condivisione e democrazia proprie di un’Associazione. Giova ricordare che il Consiglio Direttivo di UCINA aveva raccolto tramite i Saggi le manifestazioni di voto dei Soci che si erano espressi per il 70% a favore di Carla Demaria e per il 15% a favore di Lamberto Tacoli. Pur in presenza di un riscontro molto chiaro delle espressioni di preferenza, aveva deliberato comunque di presentare le due candidature all’Assemblea dei Soci convocandola per venerdì 27 marzo 2015 e dando ampia facoltà ai candidati di esporre i rispettivi Programmi”.
Ucina risponde anche in merito alle perplessità sul fatto che Carla Demaria sia esponente di un’azienda francese, anche se ha un sito produttivo in Italia: “Non si ritiene rilevante l’osservazione secondo cui il candidato Carla Demaria sia manager di un importante gruppo straniero, essendo già presente in Consiglio come Presidente e socia di un Cantiere di diritto italiano che produce in Italia imbarcazioni di disegno italiano, con una struttura di oltre 300 dipendenti e un fatturato che la colloca entro i cinque maggiori produttori nazionali”.
Ucina raccoglie 340 aziende con un totale di oltre 8 mila dipendenti e fa sapere che questa situazione non pregiudicherà l’organizzazione del prossimo Salone Nautico di Genova.