Cesare Cancelli: l'alluminio non è solo per i superyacht
Non è chiaro perché nella nautica minore (nel senso di dimensioni) l’alluminio sia un materiale così snobbato. Un’emarginazione che nasce da una serie di pregiudizi e false credenze. Con Cesare Cancelli vediamo di fare un po’ di chiarezza su alcuni luoghi comuni assolutamente infondati.
Le barche di alluminio sono instabili e pericolose
L’alluminio consente di realizzare degli scafi che pesano circa la metà di un corrispondente manufatto di vetroresina e questo in passato ha portato, sull’onda delle abitudini con gli scafi di legno o plastica, a dotarle di motorizzazioni troppo esuberanti che ne hanno pregiudicato la stabilità e la sicurezza in navigazione. Una corretta progettazione della carena e della distribuzione dei pesi, ma soprattutto una corretta potenza del motore con consistenti risparmi in fase di acquisto permettono di navigare in tutta sicurezza e con consumi decisamente inferiori proprio per la minore potenza impiegata. Un ricordo non proprio positivo è anche quello lasciato dalle lance di alluminio con fondo tondo, che non facevano certo della stabilità il loro punto forte. Inoltre, le barche di alluminio costruite con professionalità e attenzione sono compartimentate in maniera stagna con all’interno riserve di galleggiamento di poliestere tagliato a caldo e incollato che garantiscono la completa inaffondabilità della barca.
Le barche di alluminio sono facile preda delle correnti galvaniche
La ricerca sui materiali permette oggi di ottenere leghe sempre più adattabili alle diverse necessità e passi da gigante su questo fronte sono stati fatti soprattutto nel settore aereonautico e navale che hanno entrambi una precisa priorità: l’affidabilità. Quindi nulla è lasciato al caso e solo dopo anni di prove e collaudi una tecnica o un materiale riesce a ottenere l’omologazione. L’alluminio è impiegato in aeronautica da prima della seconda guerra mondiale e, nella nautica, si é trovata una lega che riesce persino a proteggersi autonomamente in ambiente marino dalla corrosione, la sua sigla è Al5083. Ossidandosi questa lega crea una patina molto sottile e resistente che funge da protezione. Quindi le barche di alluminio potrebbero anche non essere verniciate.
Ciò non toglie che su ogni barca ci sono diversi accessori in metallo che vanno necessariamente isolati dall’alluminio. Per esempio, l’acciaio inox è isolato tramite gomma, Teflon o vetroresina; anche la verniciatura viene applicata in modo tale da non permettere la corrosione. Inoltre, tutti i fori per gli accessori e le viti sono praticati prima della verniciatura in modo tale da sfruttare le proprietà isolanti degli smalti, le viti d’acciaio sono rivestite da bussolotti di vetroresina, le bitte sono appoggiate su basette di gomma o Teflon. Così lo scafo non ha differenze di potenziale tra metalli capaci di creare correnti galvaniche.
L’impianto elettrico della barca è messo in negativo sullo scafo e quindi si adottano i classici zinchi a poppa che andranno a sacrificarsi per l’alluminio quando qualche elettrone si è perso nell’impianto elettrico; la sostituzione dello zinco è molto semplice, basta ricordarsi. Infine, l’antivegetativa viene scelta priva di metalli come, per esempio, il rame.
Le barche di alluminio sono costose
È vero, costano un po’ di più di un modello di vetroresina sulle misure minori confrontandosi con cantieri che hanno una produzione di serie, ma per esempio un fisherman di 25 piedi costa la metà di un corrispondente modello “made in Usa”. Sono anche questi i motivi per cui in altri mercati (Nuova Zelanda, Australia, Canada e Paesi Scandinavi) le barche in alluminio stanno conoscendo un successo che per ora nel bacino Mediterraneo è ancora sconosciuto, forse perché nei nostri mari viene data grande importanza all’estetica e le barche di alluminio in passato venivano usate principalmente per lavoro, quindi con forme tendenzialmente squadrate. Oggi però con l’aiuto della tecnologia si riesce a dare loro una forma “plastica”, rendendo anche l’alluminio piacevole alla vista: grazie a nuovi software e macchinari all’avanguardia si ottengono risultati che un decennio fa erano impensabili. Il progetto della barca, dopo essere stato sviluppato al computer, viene trasmesso alla tagliatrice al plasma, ogni lamiera è divisa in un puzzle di singoli pezzi che andranno a unirsi tramite saldatrici speciali, specifiche per queste leghe. Il risultato sono barche costruite artigianalmente con attenzione e precisione. Nell’esempio del fisherman di 25 piedi la tonnellata di differenza nel dislocamento rispetto a un pari modelli in vetroresina si traduce in un enorme risparmio sui consumi e anche sull’acquisto del motore, senza dimenticare i costi di manutenzione ridottissimi.
Le barche di alluminio sono delicate
Niente di più falso, semmai è vero il contrario: le barche di alluminio sono praticamente eterne. Infatti questo materiale presenta una resistenza all’urto fino a sette volte maggiore al legno multistrato e di tre volte superiore alla vetroresina, senza dimenticare che una “botta” è più facile riprenderla con stucco e vernice per renderla praticamente invisibile. Ma è nell’utilizzo che l’alluminio mostra tutta la sua superiorità: non siete degli abili manovratori? Non è grave perché appoggiarsi al pontile anche in maniera un po’ brusca non è un problema, proprio per le caratteristiche citate in precedenza. Così come spiaggiarsi anche su un’arenile di sassi non creerà nessuno stress, perché la carena non subirà nessun danno, semmai ci si dovrà preoccupare dell’antivegetativa. Prima abbiamo parlato dei costi di manutenzione praticamente nulli: cambiare l’anodo periodicamente quando sta per esaurirsi, e poi una lavata con l’idropulitrice ogni tanto, tutto qui. Il materiale è assolutamente insensibile ai raggi ultravioletti e se si sceglie di lasciare lo scafo al naturale provvede a proteggersi da solo per le caratteristiche citate al punto 1. Se poi volete cambiare colore tutti gli anni, stendere le pellicole adesive su superfici tendenzialmente piatte è facile e di grande effetto estetico.
Alluminio nemico dell’ambiente?
Assolutamente no. L’alluminio è un materiale totalmente riciclabile e se proprio non ne potete più della vostra barca di alluminio dopo qualche decennio di utilizzo potete sempre tagliarla e riportarla a livello di materia prima, pronta per un altro utilizzo senza sprecarne neppure un centimetro quadrato. Il peso molto contenuto la rende ideale anche per essere abbinata a motori elettrici che notoriamente non sono prodighi di cavalli, così da poter navigare in totale sintonia con l’ambiente. Senza dimenticare che utilizzando motorizzazioni meno potenti, a parità di misure e prestazioni di una barca di vetroresina, si risparmia benzina e si diminuiscono le emissioni inquinanti.
Chi è Cesare Cancelli
Cesare Cancelli è il titolare dell’omonimo cantiere, con sede a Ghisalba in provincia di Bergamo a pochi chilometri dal lago d’Iseo, che produce esclusivamente barche di alluminio di piccole dimensioni, da 19 a 25 piedi, su progetto dell’ingegnere sardo Alessandro Chessa, titolare dello studio Akes. Scopri le barche del cantiere sui nostri articoli.
Buonasera,indicativamente quanto viene a costare un 7 mt cabinato finito (senza motore) grazie per l'attenzione.
buonasera, sarei lieto di sapere quanto può costare una barca cabinata, di lunghezza mt. 6,50 con scafo in alluminio, che spessore ha lo scafo, ecc. escluso motore, distinti saluti Maurizio
Rispondiamo sia a Nicola sia a Maurizio. La cosa migliore è chiedere un preventivo al cantiere perchè si tratta di barche estremamente personalizzate e quindi il prezzo deve essere fatto sul progetto definitivo. Su BoatMag trovate i test dell'Akes 19 e dell'Akes 25 da cui potete ricavare anche un'idea dei costi. Potete anche contattare direttamente il cantiere attravreso i link che trovate nei nostri articoli, Cesare Cancelli sarà certo prodigo di suggerimenti.