Come ci arrivano orate e branzini freschi in tavola? Con Fassi Gru!

Categorie: News Varie
17 Dicembre 2015
Come ci arrivano orate e branzini freschi in tavola? Con Fassi Gru!

Vi siete mai chiesti come ci finiscono i branzini freschi “da allevamento” sui banchi dei supermercati e come sono allevati? Complice un servizio fotografico per Fassi Gru una risposta l’abbiamo trovata.

L’Ittica Golfo di Follonica alleva mille tonnellate di pesce fresco all’anno che la Grande Distribuzione trasferisce sulle tavole degli italiani. Tutti i giorni sono al lavoro due catamarani di 14 m dotati di Fassi Grue un battello di polietilene di 10 m (materiale resistente agli urti contro le gabbie e all’attrito con le loro incrostazioni, ndr) che trovo ormeggiati all’interno del porticciolo della centrale ENEL (dismessa). Sono loro che quotidianamente, con l’unica eccezione delle giornate di burrasca, portano da mangiare, “seminano” gli avannotti, fanno manutenzioni alle 18 gabbie in due siti e pescano orate e branzini pronti per essere avviati ai banchi di pesce fresco dei supermercati della Toscana nei punti vendita della Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno e Conad del Tirreno.

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Una filiera sotto controllo

Mille tonnellate la coltivazione annua, delle quali circa 650 tonnellate sono di prodotto vendibile. “La ‘coltivazione’ richiede infatti tempi molto lunghi e ingenti investimenti finanziari - spiega Marco Franceschelli, Amministratore della Ittica Golfo di Follonica Società Agricola Srl -. Così, anche oggi che la domanda di pesce fresco è notevolmente cresciuta, la produzione italiana copre solo il 20% del fabbisogno nazionale, perché non sono molte le aziende che riescono a gestire questa attività con profitto. Il nostro principale cliente è la GDO, ma i nostri concorrenti sono soprattutto gli stranieri che possono anche non rispettare i rigorosi controlli che vengono imposti a noi. Infatti, per fornire i supermercati della GDO sopra citata, noi dobbiamo usare solo mangimi preventivamente da loro approvati, così come gli allevamenti che ci forniscono gli avannotti devono essere solo italiani certificati e sempre riconosciuti e approvati dalla GDO ns. Cliente. Anche le fasi della pesca e della distribuzione devono seguire precise regole: il pescato viene messo in vasche con acqua e ghiaccio, quindi muore per ipotermia e all’arrivo a terra viene subito avviato alla fase di incassettamento e dopo agli hub distributivi della GDO e inviato ai punti vendita; della nostra produzione meno del 10% è acquistato dai grossisti.

Il ciclo di crescita dei pesci è piuttosto lungo, 18 / 24 mesi a seconda che siano orate o branzini, durante i quali sono solo un costo e non indifferente se pensiamo che il nostro consumo medio giornaliero è di 5/6 tonnellate di mangime, a cui si aggiunge il costo del personale, dei mezzi e la loro gestione. Ovviamente rispettando questa filiera si ha anche la certezza di un pesce pari a quello pescato libero in mare, ma la gestione di tutta la struttura è molto impegnativa e i rischi d’impresa molto elevati”.

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Una giornata tipo

Seguiamo una giornata di lavoro tipo. È l’alba e iniziano le operazioni di carico del battello con il mangime che sarà poi distribuito con una soffiante all’interno delle gabbie. È il primo intervento della giornata per la Fassi Gru F110 montata sul nuovo catamarano di 14 metri, mentre il gemello, dotato di un’altra Fassi Gru, per oggi resta ormeggiato in banchina. Si tratta di sollevare i pesanti sacchi di mangime dal camioncino che li ha portati in porto e svuotarli all’interno della stiva del battello. Operazione svolta rapidamente proprio grazie alla Fassi Gru che poi procede a caricare le reti a maglia di 6 mm per allestire una gabbia che dopo pochi giorni dovrà essere “seminata”, proprio questo il termine usato, con una nuova generazione di avannotti (i pesci appena nati, ndr). Poi man mano i pesci cresceranno, le maglie diventeranno sempre più larghe (prima 12 mm e infine 18/20 mm) per garantire un forte e continuo ricambio di acqua e quindi un perfetto sviluppo del pesce.
Interessante osservare attraverso la limpidissima acqua (sulla cui qualità vengono eseguiti controlli periodici a cura di autorità esterne, ndr) il complesso intreccio di cime, ancore e catene che tengono bloccate in posizione le 18 vasche, che così sono libere di assecondare il moto ondoso senza tensioni e quindi sopportare qualsiasi burrasca.

È il momento di staccarsi dagli ormeggi, in pochi minuti il catamarano raggiunge la coltivazione (fa una certa impressione sentir usare in mare aperto termini agricoli, ma questa è la terminologia corretta). Il battello, non a caso chiamato “trattorino” sta già “sparando” con un tubo a pressione il mangime nelle diverse gabbie mentre, prima di allestire la rete degli avannotti, il catamarano deve provvedere ad alimentare i peschi più piccoli che, come ogni bebè, mangiano più volte al giorno, ben quattro! È poi la volta di posizionare la nuova rete ed è di nuovo il momento di lavorare per la Fassi Gru F110AFM che rapidamente solleva la pesante rete (il diametro di una gabbia è di 22 metri per una profondità di 28 metri e una cubatura di 3800 mc di acqua) semplificando notevolmente il lavoro degli addetti.

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Perché Fassi Gru

“La prima Fassi Gru l’abbiamo montata lo scorso anno sul catamarano che ora è in porto - spiega Marco Franceschelli -, una scelta dettata soprattutto dalla garanzia dei servizi post-vendita che la struttura di Fassi Gru Firenze è in grado di garantirci: rapidità di intervento e disponibilità rapida di pezzi di ricambio. Lavorare tutto il giorno in mare non è come farlo a terra, il salino è un nemico agguerrito, quindi le manutenzioni devono essere frequenti e anche l’allestimento della gru deve essere particolare. Nello specifico abbiamo richiesto tutta la raccorderia di acciaio inox e anche la verniciatura è stata predisposta con vernici e trattamenti anticorrosione speciali. Soddisfatti di questo primo modello, non abbiamo avuto dubbi su cosa montare sul nuovo catamarano (per la verità un refitting di uno già navigante) quando si è trattato di dotarlo di gru. La scelta è caduta su un modello più piccolo perché abbiamo scelto di sostituire l’esistente con una gru di pari caratteristiche e i primi risultati hanno confermato la bontà della scelta”.
Stefano Prioreschi, Amministratore di Fassi Gru Firenze Srl, dealer per buona parte della Toscana, presenta le due gru in forza alla Ittica Golfo di Follonica. “La prima montata è stata una Fassi Gru F155AFM.2.23 - spiega -, gru di gamma media, la cui sigla sta a indicare il modello con capacità di sollevamento fino a 14,5 tm che con il jib (non presente qui) può arrivare a uno sbraccio di 18,90 m; la sigla FM indica che si tratta di una gru fissa con trattamento “marino” che prevede una specifica verniciatura e la raccorderia di acciaio inox, il “2” indica due bielle, il “23” due articolazioni e tre bracci sfilabili.
Gli ottimi riscontri avuti con questo modello e la continua assistenza garantita in tutte le fasi di montaggio e post-vendita garantita da Fassi Gru Firenze hanno convinto Marco Franceschelli e il consiglio della Ittica Golfo di Follonica a scegliere ancora Fassi quando si è trattato di allestire il secondo catamarano. In questo caso la scelta è caduta su un modello leggermente meno performante di gamma leggera: la Fassi Gru F110AFM.0.23 con capacità di sollevamento fino a 11,8 tm e sbraccio idraulico di 9,85 m; anche qui si tratta di una gru fissa con trattamento “marino” senza però bielle, ma con due articolazioni e tre bracci sfilabili. Per entrambe sono state predisposte delle basi specifiche per poterle adattare agli allestimenti precedenti”.

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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