Saver 870 WA: un po’ open, un po’ cabin
La famiglia dei walk around del cantiere siciliano continua ad allargarsi. In attesa di provare l’ultimo nato 700 WA, ecco il test del Saver 870 WA.
Saver, dalla sede di Piraino, in provincia di Messina, suggestiva località della costa Nord con affaccio diretto sullo splendido scenario delle Isole Eolie, vanta una produzione alquanto eterogenea di imbarcazioni che si concentrano però entro i dieci metri di lunghezza. Una scelta fatta anni fa e portata avanti nel tempo, perché Saver s’indirizza a un pubblico che vuole il “natante”, anche cabinato, ma sempre restando nella categoria che non richieda iscrizioni ai Pubblici registri.
Le famiglie principali di modelli in casa Saver sono quattro: Open, Cabin, Fisher e Walk Around. Un totale di 20 modelli, per la quasi totalità motorizzati fuoribordo, e tra questi abbiamo scelto uno degli ultimi nati nella serie Walk Around, il Saver 870 WA, in attesa di provare l’ultimissimo presentato un paio di mesi fa a Düsseldorf, il 700 WA.
Saver 870 WA, il test
La prova è stata effettuata l’estate scorsa a Gaeta, sulla barca messa a disposizione da Nautica Lieto, dealer del cantiere siciliano. Il Saver 870 WA è un natante che misura nove metri di lunghezza, pesa senza motori circa due tonnellate ed è omologato per sopportare sullo specchio di poppa una coppia di fuoribordo di potenza singola di 200 cv, 400 cv totali. Non è una potenza in esubero, anzi, ultimamente siamo abituati ad abbinamenti molto più aggressivi, comunque una necessità se si vuole godere appieno delle potenzialità dello scafo, dettata dal peso e dalla massa che si devono spostare, perché la costruzione prevede un capitolato dove la consistenza dei materiali incide.
Il modello provato era dotato di due motori Evinrude G2 da 200 cavalli nella versione HO, la più esuberante, in abbinamento a eliche 3 pale da 19” e all’iDock, il joystick di BRP,per manovrare facilmente. Si tratta di un’accoppiata ottimale, che riesce a portare fuori dall’acqua il peso del Saver 870 WA in pochi secondi (circa 3”) con a bordo un equipaggio di tre persone adulte, circa 100 litri di carburante e una trentina di litri di acqua dolce. L’esuberanza di questi motori d’altronde è abbastanza nota, mentre i consumi al massimo delle prestazioni raggiunte, 49 nodi, hanno toccato i 150 litri/ora totali.
Lo scafo si è mostrato reattivo e brillante nelle sue evoluzioni, ma al contempo fa sentire gli ospiti sempre ben protetti, anche chi è ai comandi ha un parabrezza imponente che protegge dal vento. La postazione di pilotaggio, centrale, mantiene pilota e copilota ben al centro dello scafo, così come lo sono i serbatoi, il che contribuisce a un corretto bilanciamento dei pesi, a favore di un assetto che resta sempre parallelo alla superficie del mare, senza “scrivere” con la prua o immergersi troppo a poppa. La massa globale favorisce anche gli impatti prodieri con le onde, che vengono superate con una buona disinvoltura, senza eccessivi scossoni per chi è a bordo.
L’opera viva propone due coppie di “spray deflector” per piano di scivolamento oltre al ginocchio sempre attivo, in particolare in accostata anche a 35 nodi senza remore. Il valore minimo di planata è tra i 13/14 nodi con i motori a circa 3 mila giri. Molto interessante il fatto che si possa navigare a circa 4 mila giri, con una velocità attorno ai 38/40 nodi, consumando complessivamente una settantina di litri/ora.
Leggi anche il nostro test del Saver 560 WA
SAVER 870 WA, a bordo
Il Saver 870 WA nasce dall’evoluzione del progetto 750 WA, la sorella più piccola di questa serie e primo modello (esordio nel 2015) a presentare un look riuscito e ristilizzato rispetto ai precedenti modelli walk around del cantiere. Aumentando i centimetri sfruttabili ovviamente aumenta anche il comfort di bordo che, sul Saver 870 WA e come tradizione di questa tipologia di scafi, offrono spazi aperti e chiusi abbastanza equivalenti in termini di misure.
A prua spicca il primo prendisole che sormonta la tuga, generoso e spazioso ci si può stare sdraiati anche in tre. I due cuscini primari sono interrotti solo al centro da quello amovibile per l’osteriggio e presentano un poggiaschiena montato sulla consolle qualora si decida di sedersi proravia. L’apertura centrale del corrimano a prua favorisce la salita e discesa degli ospiti, mentre il verricello elettrico è optional in soluzione da 500 o 700 W.
L’accesso in pozzetto avviene attraverso i classici gradini su ambo i lati della consolle e da qui si può raggiungere l’area poppiera, dove c’è la classica dinette con divano a “U” e tavolo in legno su stelo, tavolo che se viene abbattuto e si aggiunge un cuscino supplementare trasforma l’area in un secondo solarium. Per l’accesso ai motori, alle plancette (opzionali) e alla scaletta bagno, è stata prevista un’apertura dello schienale sul lato di dritta, regolata da un portello di plexiglass. Sulle murate interne, ampie tasche consentono di tenere a portata di mano, ma in ordine, diversi accessori, mentre i gavoni dislocati sotto il divano, trovano impiego come stiva per dotazioni e attrezzature.
Di serie viene fornita una doppia seduta/leaning post per pilota e copilota, nella cui parte retrostante trova posto, a scomparsa, un lavello integrabile opzionalmente con fornello a gas e frigorifero. La consolle è ampia e dispone di un pannello superiore “a palpebra” per gli strumenti a orologio, un pannello inferiore per l’apparato multifunzione, pannello interruttori, ruota di governo centrale con timoneria manuale (idraulica optional) e poggiapiedi. A sinistra, c’è la porta scorrevole per l’accesso alla zona notte. Qui, in un’ambiente con ampie finestrature per garantire luce naturale, è stata ricavata una dinette unica importante e componibile, cui si aggiunge un mobile e un secondo letto singolo verso poppa, sotto le scalette. Completa il tutto un locale toilette separato con wc elettrico e lavello con rubinetto estraibile. Insomma un’imbarcazione ideale per crociere a medio raggio con figli al seguito.