Cranchi T36 Crossover, il gusto del trawler su uno scafo da quasi 40 nodi

Categorie: Barche e Yacht, I Nostri Test
13 Maggio 2018
Cranchi T36 Crossover, il gusto del trawler su uno scafo da quasi 40 nodi

Una tuga e dei volumi interni da trawler su uno scafo sportiveggiante con quello dello Z35, ecco il Cranchi T36 Crossover in tutta la sua originalità

Il nome T36 Crossover è ispirato al mondo automotive, il quale però ha talmente sfornato sigle su sigle con una creatività ben maggiore di quanto poi i modelli reali non abbiamo mostrato, che fa correre il rischio a questa bella e interessante barca di entrare nel gran calderone di sigle e supposte nuove categorie. Invece il Cranchi T36 Crossover merita molta attenzione ed è proprio per questo che ci siamo affrettati a provarlo appena ce ne è stata data l’opportunità.

Cranchi T36 Crossover, il test

Un trawler con i piedi poppieri, o entrofuoribordo se preferite, che barca è mai questa? Eppure è proprio qui la “genialata” che fa del Cranchi T36 Crossover una barca “che non c’era”. Lo scafo è quello conosciuto e apprezzato dello Z35, una barca che ha saputo conquistarsi una fama indiscussa nell’ambito dei sportcruiser. Su questa base, la mai banale vena creativa di Christian Grande ha saputo allestire una coperta, ma soprattutto degli interni, da vero cruiser. Una piccola rivoluzione, un po’ come quella della prima Ranger Rover negli anni Settanta. Quindi non so francamente cosa aspettarmi da questo barca che è dotata della versione più potente di 300 cv dei D4 di Volvo Penta (a differenza dello Z35 proposto con la coppia da 260 cv), immagino per sopperire al maggior peso della struttura.

In effetti, il Cranchi T36 Crossover naviga come il più sportivo fratello e, merito dei 600 cv Volvo Penta, non mostra il minimo problema a scorrazzare la tonnellata abbondante in più che si ritrova. Al punto che i 37 nodi di velocità di punta potrebbero essere ritenuti eccessivi per una barca di questa tipologia e questo potrebbe far pensare a scegliere la versione da 2x260 cv, se non fosse che la nostra prova è stata condotta con solo due persone a bordo e senza tutte le dotazioni che si potranno caricare su una barca che è in grado di ospitare ben sei adulti in tre cabine. In altre parole per soli 9 mila euro di differenza valuterei bene se non convenga restare sulla coppia di motori più esuberante.

In effetti il Cranchi T36 Crossover si comporta al timone e manetta proprio come uno sportcruiser di razza, virata strettissima senza il minimo segnale di scodate, ottima direzionalità, deciso passaggio sull’onda della nostra scia (il mare Adriatico fuori dal Cranchi Test Centre di San Giorgio di Nogaro è piuttosto calmo) senza il minimo scricchiolio o, peggio ancora, un impatto violento. C’è di che divertirsi in tutta sicurezza, ma i consumi? La tuga da trawler non deve trarre in inganno: la navigazione in dislocamento è meglio trascurarla, almeno se si hanno le economie di esercizio al centro delle proprie attenzioni. In realtà il regime più efficiente, come è giusto che sia su una carena planante, è attorno ai 25 nodi, 24 per la precisione a 2750 giri consumando 67 l/h. Per fare un confronto, al limite della planata si perdono dieci nodi tondi e si risparmiano “solo” una dozzina di litri/ora: infatti a 2210 giri si naviga a 15 nodi consumando 53 l/h. Se poi si vanno ad analizzare i dati in dislocamento sotto i 10 nodi, ci si rende conto che le economie di esercizio sono da dimenticare.

Cranchi T36 Crossover, a bordo

Verificato che il Cranchi T36 Crossover è a tutti gli effetti una barca planante e anche molto divertente, resta da capire perché abbinarla a un allestimento che richiama più un trawler che un fast cruiser. Ed è qui che il parallelo con la Range Rover calza perfettamente, così come la prima Range presentò su un telaio da fuoristrada finiture da berlina di lusso, anticipando di una ventina d’anni i vari suv, così il Cranchi T36 Crossover ripropone la stessa operazione in termini nautici con, per gli utenti italiani, un vantaggio in più: tre comode cabine su un natante sotto i 10 metri che non richiede immatricolazione.

  

Premesso che chi vuole maggior agio a bordo può optare per la versione con due sole cabine e due bagni, il modello in prova (che è anche il primo esemplare prodotto, quello esposto al Boot di Düsseldorf per intenderci) presenta alcune soluzioni che saranno modificate sui prossimi modelli. A cominciare da una battagliola più alta a poppa e un tientibene sulla tuga su tutta la lunghezza che possa aiutare meglio a raggiungere l’accogliente zona di prua, sopperendo così a un passavanti un po’ risicato nelle dimensioni, un’evoluzione che condivido. In compenso a prua il prendisole è molto accogliente è può essere completato da un tendalino, veloce da montare con i due montanti di carbonio; la stessa soluzione può essere adottata anche a poppa. Noto che la scelta di dare volumetria agli interni ha portato a risparmiare sui metri quadrati di plancetta e pozzetto. La prima è comunque dotata di grill e lavello per allestire un barbecue senza affumicare tutti gli ospiti, una soluzione sicuramente apprezzabile; bella anche la passerella a scomparsa che però è un optional. Anche il pozzetto non è dei più spaziosi, ma c’è comunque il posto per allestire una dinette all’aperto, con un tavolo smontabile che non c’è nelle immagini. Un’annotazione anche per il portabiciclette sopra il top che ha colpito molto i visitatori del Boot, ma forse un supporto per tavole o canoe sarebbe più appropriato, se non addirittura dei pannelli solari, per esaltare l’aspetto “green” del Cranchi T36 Crossover.

  

È il momento di entrare in quadrato che, contrariamente alle ultime tendenze, ha un accesso limitato alla sola porta a doppio battente, più che sufficiente comunque per creare continuità tra i due ambienti. La cucina è a dritta, completamente nascosta alla vista grazie a un lungo piano basculante che però non si apre se non si ribalta lo schienale della seduta del driver, poco male perché quest’ultima è destinata a essere sostituita con una regolabile in altezza perché questo impone ai meno alti (come me) di guidare in piedi se si vuole avere una buona visibilità. Bello e pulito il design della plancia, anche se avrei optato per i soli strumenti digitali sfruttando il monitor multifunzione, invece del connubio digitale/analogico piuttosto obsoleto. Sul lato opposto, la dinette volendo si può trasformare in un altro posto letto oppure accogliere i sei ospiti comodamente, mentre la ribaltina a pruavia nasconde un vano capiente e lo schermo del televisore. Eccellente la luminosità di tutto l’ambiente grazie anche all’elemento centrale sul top, invece l’aerazione è affidata a due aperture sui lati e a due osteriggi sul top, forse un po’ poco per chi non vuole ricorrere all’aria condizionata (optional); perché non un tettuccio apribile?

  

Scendendo sul ponte inferiore del Cranchi T36 Crossover, mi sfugge perché la cabina armatoriale sia quella di prua: infatti, a parte un ingresso parzialmente ostruito dal volume del soprastante quadrato, quella a centro barca è davvero accogliente. Diciamo che entrambe si equivalgono e che l’armatore avrà l’imbarazzo della scelta. Per la terza coppia di ospiti ci sono invece due cuccette sovrapposte comunque abbastanza “ariose” quindi nessun problema anche per le taglie forti. Come detto prima, un solo bagno ma ben dimensionato. Un’ultima annotazione sulla qualità dei materiali e la loro lavorazione, davvero di buon livello senza per questo trascendere nell’eccessivamente lussuoso, anche se il design dei mobili e gli abbinamenti delle tonalità e dei materiali sono tutte di indubbio gusto, la mano di Christian Grande si vede.

I numeri di Cranchi T36 Crossover

  • Lunghezza ft ……………………… m 11,85
  • Lunghezza scafo ………………… m 9,96
  • Larghezza ………………………… m 3,53
  • Immersione ……………………… m 1,00
  • Dislocamento …………………… kg 8.500
  • Motorizzazione ………………… Volvo Penta D4 2x300 cv
  • Serbatoio carburante …………… l 600
  • Serbatoio acqua ………………… l 190
  • Cabine ………………………… 3
  • Bagni ………………………… 1
  • Portata persone ……………… 12
  • Progetto ……………………… Centro Studi Ricerche Cranchi
  • Art Direction ………………… Christian Grande
  • Categoria CE ………………… B

Prestazioni

  • 700 giri ………………… 3,0 nodi ………… 2,8 l/h …… 55/54 db
  • 1000 giri ……………… 4,6 nodi ………… 6,5 l/h …… 58/58 db
  • 1500 giri ……………… 6,3 nodi ………… 20 l/h ……… 63/61 db
  • 2000 giri ……………… 9,6 nodi ………… 46 l/h ……… 70/69 db
  • 2500 giri ……………… 19 nodi ………… 62 l/h ……… 72/71 db
  • 3000 giri ……………… 28 nodi ………… 75 l/h ……… 71/71 db
  • 3620 giri ……………… 37 nodi ………… 118 l/h …… 71/71 db

Condizioni della prova

  • Mare calmo, carena pulita, carburante 400 l, acqua 80 l, equipaggio 2 persone

Prezzo (Iva esclusa)

  • Volvo Penta D4 2x260 cv ……………………… 290.000 euro
  • Volvo Penta D4 2x300 cv ……………………… 299.000 euro

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Alberto Mondinelli

Alberto Mondinelli, 40 anni di nautica dalle regate di 420 alle gare offshore di Classe 1, e poi addetto stampa dei più importanti team negli anni Novanta e della Spes di Mauro Ravenna nel momento di massimo fulgore della motonautica d’altura. Come giornalista, direttore responsabile di Offshore International e, più recentemente, tester di Barche a Motore.
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